sabato 25 febbraio 2012

China(-Files) Rocks

Beijing Calling è nato da poco, ma ha già contratto un grande debito di riconoscenza con China Files, che è uno dei migliori modi per ascoltare ciò che la Cina ha da dirci, e in italiano... questa voce poi si è fatta ancora più colorata con Caratteri Cinesi che ha in questi giorni pubblicato un bel post sulla nascita del rock in Cina, tradotto da Mauro Crocenzi, che "aiuta a capire cosa l’esplosione del rock cinese ha significato negli ambienti culturali nella Cina degli anni Ottanta e Novanta.". Scritto da Luo Bing, è un omaggio sentito all'esplosione del rock in Cina. Un testo personale e nostalgico, ma dentro il quale si trova un elenco di canzoni e gruppi da riscoprire, per tornare indietro nel tempo e, per noi, vivere per la prima volta una stagione in parte perduta e, forse, irripetibile...

martedì 21 febbraio 2012

Forma(to) e sostanza 2: oltre Buddha

A proposito di formati musicali inusuali...

Importanti esempi sono la Buddha Machine ed Hexiefu, entrambi realizzati dal duo elettronico-sperimentale FM3 (爱父爱母三). Composto da Zhang Jian  e Christiaan Virant,  FM3 è tra i progetti cinesi di questo genere il più noto al livello internazionale, soprattutto per l'aver pubblicato su etichette straniere (come l'importante Staalplaat) una manciata di lavori, tra cui soprattutto la Buddha Machine.

Si tratta di un piccolo apparecchio, contenente alcuni loop di pochi secondi registrati dal gruppo e riproducibili a bassa fedeltà; per lo più drone e ambient eterea.
Buddha Machine
Un formato che va oltre l'idea di disco tradizionale, e in cui è l'ascoltatore a determinarne esecuzione, durata e varietà. Quando la prima edizione uscì nel 2005, distribuita in Europa da Staalplaat, incline a formati e confezioni poco convenzionali, questa bizzarria musicale attirò l'attenzione dei media e fu definita l'"anti iPod". Idea geniale e rivoluzionaria?
Forse in Occidente, ma non certo in Cina, dove Buddha Machine (in cinese 念佛机 nianfoji) sono tutti quegli apparecchi che contengono le registrazioni di sutra e canti buddisti; ce ne sono di diverse dimensioni e contengono da una manciata di versi a centinaia di canti. Si possono trovare in vendita nei pressi di ogni grande tempio buddista cinese, ed è proprio in uno di questi templi che Virant ha trovato l'ispirazione per la sua creazione.
(Si può azzardare a dire che simili apparecchi religiosi siano moderni frutti delle scuole buddiste devozioniste sviluppatesi soprattutto nella Cina meridionale, per cui la strenua ripetizioni di alcuni specifici sutra può portare alla salvazione dell'anima, ma forse è meglio non rischiare...).
Dal 2005 a oggi sono stati poi realizzati alcuni dischi ispirati alla Buddha Machine (quella degli FM3), con remix, live, tra cui un re-work ad opera del grande produttore tedesco Robert Henke, e poi una nuova edizione del piccolo apparecchio in diversi colori. Alla fine ne sono stati venduti alcuni decine di migliaia di copie, cifra significativa per questo genere di musica.
Oggi la Buddha Machine non solo si trova nei negozi di dischi più trendy del pianeta, ma ha un suo sito ufficiale, ne sono state fatte magliette ed è diventata un'applicazione (anzi "app") per iPhone e iPad, mostrando chiaramente l'orientamento verso il mercato del progetto; anzi, le sue caratteristiche di essere un genere musicale di nicchia e il formato apparentemente anacronistico lo hanno reso forse se non un feticcio, sicuramente un prodotto commerciale. In poche parole: "Gli FM3 sono intelligenti, sanno fare soldi", questa è una frase che ho sentito ripetuta da alcuni musicisti "elettronici" pechinesi.
Anche per questo gli FM3 sono uno dei progetti musicali cinesi più interessanti, riconoscibili e peculiari, sono attenti alla propria immagine, sono attivi senza sovraesporsi, ma ciò che più conta è che la loro musica ha qualità e profondità rare.

Hexiefu e il suo misterioso contenuto
L'ultimo prodotto in ordine di tempo della Buddha Machine è proprio Hexiefu (和谐副 dal significato beneaugurale di "armoniosa felicità"), uscito un paio di mesi fa.
Questa volta la produzione è tutta cinese. Gli FM3 hanno infatti chiesto ad alcuni musicisti, cantanti o produttori cinesi di reinterpretare alcuni suoni della Buddha Machine, e hanno poi raccolto le tracce su un cd per il quale hanno creato una confezione apposita, fatta di un'anonima busta dorata sigillata (eredità forse dei packaging anti-convenzionali della già citata Staalplaat) che gli FM3 hanno riempito (loro stessi a mano, secondo quanto dichiarato in una recente intervista) con varie card colorate, gadget e cd montato su elegante cartoncino. Le buste sono poi state distribuite in un'unica edizione limitata e numerata.
La musica elettronico-sperimentale cui gli FM3 possono essere ricondotti si sa non è semplice e il più delle volte non è assolutamente piacevole, per molti può sembrare solo un insieme di brusii e fruscii senza apparente logica, eppure Hexiefu unisce l'importanza materiale e simbolica dell'oggetto a un contenuto musicale straordinario. Il migliore di tutte le re-interpretazioni della Buddha Machine, passate presenti e future. Nonostante l'eterogeneità degli artisti coinvolti - ci sono produttori dance (B6, Sun Dawei), cantautori folk (Wan Xiaoli, Da Wang Gang), improvvisatori radicali (Li Jianhong, Li Daiguo) e nomi importanti come Dou Wei - il disco ha una sua atmosfera distintiva, affascinante e seducente sebbene di difficile collocazione in un unico genere.
Insomma, con Hexiefu gli FM3 riportano la Buddha Machine in Cina, ne danno un'interpretazione nuova, fortemente cinese, e stabiliscono una connessione ancora più complessa tra musica cinese e occidentale. Allo stesso tempo gli FM3 confezionano un nuovo oggetto inusuale e imperdibile per gli appassionati di "artigianato" musicale cinese.

PS: questo post è stato pubblicato anche su China-Files!

giovedì 9 febbraio 2012

Forma(to) e sostanza 1: oltre il digitale

E' stata una delle ragioni per cui è nato Beijing Calling: l'accumulazione materiale di musica prodotta in Cina. "Materiale" nel senso fisico, ovvero di dischi, cd e formati vari. Sì perché, che ci crediate o no, nell'era del post-mp3 e della "nuvola", i dischi si fanno ancora (in Cina come nel resto del mondo), e un manipolo di appassionati (o folli nostalgici) ancora produce, crea, e persino acquista.
In particolare, nel paese della produzione di massa a basso costo c'è ancora spazio per qualche forma di "artigianato" culturale, con produzioni musicali, realizzate in un numero limitato di copie, da qualche decina a poche migliaia, a volte fatte in casa, a mano.
E' l'estetica del "fai da te", o meglio DIY (Do It Yourself), che si è sviluppata in seguito all'esplosione del punk britannico e che in Cina, è invece un fenomeno piuttosto nuovo, che si sta diffondendo soprattutto nel campo della musica indipendente.
Si tratta di produzioni musicali, o affini, su supporti di una volta come vinili, cassette e altri, o comunque edizioni limitate le cui confezioni sono realizzate spesso in modo artigianale e inusuale, da piccole o minuscole etichette discografiche, in modo assolutamente indipendente.
E' il ritorno dell'analogico che nel tempo del digitale suona ancora più fragoroso ed è una scelta estetica significativa.
Si potrebbe liquidare questo recente -e marginalissimo- fenomeno come un'ennesima copia di una moda occidentale che in Cina arriva solo ora, ma credo sia invece un segno di maturità della scena musicale indipendente cinese, un passo in avanti piuttosto che un passo indietro.
Oscillando continuamente tra vezzo estetico e passione amatoriale, questo "artigianato musicale" è il più delle volte promosso da giovanissimi, ovvero da quella generazione nata negli anni '80 (80后 balinghou) e che è cresciuta quando vinili e cassette vivevano i loro ultimi giorni di gloria.

In particolare, si può considerare questo fenomeno composto da due trend parzialmente distinti: l'interesse per il vinile e l'analogico in generale, e la creazione di nuovi formati o edizioni casalinghe, fatte a mano. In ogni caso, si notano ai concerti e nei negozi sempre più oggetti musicali indefiniti, fatti sempre più di passione e desiderio, piuttosto che di profitto.
Si può notare un trend più generale del mercato discografico soprattutto in Europa che per sopravvivere a una profonda crisi strutturale si rinnova tornando al passato, ovvero producendo vinile su scala sempre più ampia e creando formati nuovi, inusuali, ricchi packaging.
Ma in Cina, dove il mercato discografico è decisamente diverso, questa materialità dei supporti musicali rimane decisamente a un livello sotterraneo, una nicchia, e soprattutto DIY.

Uno dei primi segnali del ritorno all'analogico è stata la nascita dell'etichetta discografica Rose Mansion Analog, analogica di nome e di fatto, accompagnata dall'emergere di una scena musicale sempre più dedita alla sperimentazione e improvvisazione. E poi, complici anche bassi costi di produzione, alcuni gruppi hanno sperimentato con formati diversi, unendo in qualche modo tradizione e innovazione.
Ma tutto questo è materia per post successivi...

giovedì 2 febbraio 2012

Aspettando la Primavera

Si è da poco festeggiato il Capodanno Cinese, detto anche Festa di Primavera (chunjie 春节), ma in verità, viste le temperature di Pechino e del resto della Cina centro-settentrionale, la Primavera è ancora lontana. Allora mentre aspetto il lichun (立春), ovvero "l'inizio della Primavera", e una promessa di un po' di sole e giornate all'aria aperta, mi preparo con una canzone perfetta per l'occasione: 送春 (songchun), "regalando la Primavera" (la traduzione è libera) e la potete ascoltare qui:
http://site.douban.com/agg/
(il link è alla pagina douban - il "myspace/facebook" cinese - del gruppo, è in cinese ma non occorre essere sinologi per trovare il player dei brani)

Il gruppo si chiama Residence A (A 公馆) che, se posso azzardare un pronostico per il nuovo anno, saranno una grande rivelazione nei prossimi mesi. Sono giovanissimi ma negli ultimi due anni  sono cresciuti tantissimo, grazie a molto impegno, passione, e tantissimi concerti. Hanno registrato il nuovo disco oltre un anno e mezzo fa, ma uscirà solo tra alcune settimane (finalmente!). L'uscita del disco è accompagnata da un lungo tour in tutta la Cina, consiglio di non perderli.
Songchun  potrebbe diventare un inno generazionale, anche se dura circa 9 minuti.
In ogni caso è già la mia canzone per la prossima Primavera.

Buon ascolto

PS: da poco i Residence A hanno realizzato un video in cui eseguono una versione "unplugged" di Songchun (il video in bianco e nero è prodotto da una nota marca di scarpe). Si trova su questa pagina di tuduo (lo "youtube" cinese, anch'esso in caratteri ma non dovete essere Qian Zhongshu per trovare il tasto "play"): http://www.tudou.com/programs/view/67K54xcxtbc/?fr=1.

Buona visione

mercoledì 1 febbraio 2012

Benvenuti su Beijing Calling!

Un altro blog sulla Cina...di certo non se ne sentiva la mancanza vista la quantità di notizie e informazioni provenienti dal grande paese asiatico, anche in italiano. Eppure una simile quantità di notizie non sempre aiuta ad accorciare distanze, anzi al contrario spesso contribuisce a rafforzare gli stereotipi e preconcetti che si hanno su questo paese.
Ma almeno Beijing Calling non si preoccupa di raccontare la nazione cinese, semmai solo un suo aspetto minuscolo, se comparato a numeri e cifre iperboliche a cui la Cina ci ha (quasi) abituati. Questo ambito è la musica indipendente, o se volete rock e suoi derivati che in un paese con un miliardo e mezzo (qualcosina meno) di persone è conosciuto e seguito forse da una manciata di milioni di abitanti, e per lo più racchiusi in una fascia d'età e con una distribuzione geografica piuttosto circoscritte, quindi si tratta di un genere tutt'altro che rappresentativo del paese. 
Eppure più di altri generi della musica o della cultura popolare ha attirato attenzione e curiosità, e a volte anche alcune aspettative. Per alcuni è un piccolo culto sotterraneo, per altri un'esotica curiosità. Poi con i mezzi di comunicazione digitali è sempre più facile sentire, vedere, sapere di più di questo genere. Ma nonostante questo ancora una volta le distanze fanno fatica ad accorciarsi...
Infatti nel 2012, anno del Dragone, non tutti i gruppi cinesi suonano punk, non tutti i musicisti copiano gruppi e generi occidentali, e non tutti i "rocker" sono dissidenti politici.
Proprio per questo, benvenuti su Beijing Calling!